RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI MINISTERO DEL LAVORO – VIDEOCALL CON LE PARTI SOCIALI ROMA – 7 AGOSTO 2020

Questa mattina, il Prof. Marcello Pacifico, Segretario Organizzativo della CONFEDIR, è intervenuto in un tavolo di confronto con Nunzia Catalfo, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e con il Sottosegretario Francesca Puglisi per chiedere un nuovo sistema che protegga tutti i lavoratori dalla crisi intervenuta dopo il Covid-19 tra cassa integrazione, assegni di disoccupazione ed emersione del lavoro nero.

Pacifico ha affermato che sarebbe necessario “creare una vera rete di assicurazione per tutti i lavoratori dipendenti del pubblico e del privato, agli autonomi, agli intermittenti a quelli del lavoro sommerso. Dobbiamo prendere spunto da alcune linee che già il Governo, il Parlamento, la maggioranza hanno approvato per dare queste prime risposte. Bisogna sicuramente semplificare le procedure di cassa integrazione sia per quella ordinaria che per quella in deroga. Questa è una necessità e la semplificazione di queste procedure diventa uno strumento essenziale in un momento di emergenza”.

Per quanto riguarda il particolare periodo di crisi, Pacifico ha affermato che “già sappiamo che si sono persi 600mila posti di lavoro, sappiamo che se ne potrebbero perdere altri 600mila e sappiamo che se non ci fosse stata la cassa integrazione anche con le procedure in deroga oggi avremmo un tasso di disoccupazione del 25%. Questi sono dati allarmanti e il nostro obiettivo è contribuire per la rinascita del Paese senza perdere ulteriori posti. Per fare questo reputiamo sia fondamentale che l’INPS diventi la cabina di regia per l’erogazione di tutte queste forme di sostegno a reddito, portando però ad erogare subito tutto il contributo e non in maniera parziale come ha fatto fino ad ora. Quindi dobbiamo dare quello che possiamo, semplificando, facendo i controlli debiti anche successivamente. Per gli autonomi riteniamo che bisogna eliminare quel vincolo che riguardava i redditi del 2018 perché l’emergenza Covid è intervenuta quest’anno e bisogna vedere come ha influito sul loro lavoro. Dunque bisogna cercare di eliminare tutti quei vincoli e crediamo che l’assegno debba essere portato da 600 a 1.000 euro, garantendolo a tutti.

Come? I soldi del Recovery Fund arriveranno e crediamo che all’interno del Governo si debba fare una cabina di regia che vada a dirottare le risorse su questo tema per poter garantire tutto a tutti”. Sempre sul momento storico, Marcello Pacifico ha continuato affermando che “molti sono i lavoratori rimasti fuori e tra loro ci sono quelli che hanno ottenuto la Naspi, i più fortunati, ma ancora non hanno ricevuto gli assegni. Poi ci sono i lavoratori così detti intermittenti, molti legati anche al turismo, e lì dobbiamo prevedere un’indennità nuova che sia diversa anche da quella dei lavoratori autonomi, più bassa, però ci deve essere. Anche il concetto di reddito di cittadinanza deve essere legato a un reddito di inclusione che deve portare a una proposta per il reinserimento nel mondo lavorativo. Infine abbiamo un’altra categoria, la più nota, quella del lavoro nero. E ancora il problema fondamentale è quello delle imprese e del turismo che è stato fortemente colpito; sappiamo che solo il 50% dei lavoratori, bene che vada, verrà chiamato quest’anno. Chiediamo dunque la semplificazione delle regole come già previste nel decreto rilancio per il lavoro agricolo anche per il settore del turismo, del no profit e di tutto il lavoro privato, portando a misure che credano che sia più conveniente utilizzare dei lavoratori con il rispetto delle regole che ci sono oggi nel nostro mercato del lavoro. Tutto questo all’interno di un sistema che abbia finalmente una regia unica con un fondo unico in cui siano rappresentati lo Stato, i lavoratori, le imprese, i datori di lavoro, che vadano a gestire delle garanzie per tutti, con una retribuzione di base e un sistema che però sleghi dal nostro costo Welfare il sistema delle pensione da quello degli ammortizzatori sociali, altrimenti diremo sempre che l’Italia spende per le pensioni mentre la nostra spesa per il Welfare ha diverse voci. Quella degli ammortizzatori sociali è una voce cospicua che però non deve andare a comprimere il diritto, dopo 40 anni di lavoro, a non avere un assegno proporzionale al lavoro fatto”, ha concluso il Segretario Organizzativo della CONFEDIR. “Le pensioni non si devono toccare come tutti i diritti di chi ha prestato servizio per tanti anni per la crescita del paese ed oggi – come ci ricorda sempre il Segretario Nazionale CONFEDIR, Prof. Michele Poerio – chiede giustizia”.